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Maggio 2023

Il 100% è il nostro pallino.
Innovazione e qualità
davanti a tutto

Intervista a Giacomo Sabbadin

Ceo IFP Europe

Bill Gates ha detto: “Ogni giorno ci chiediamo: come possiamo rendere felice questo cliente? Come possiamo farlo proseguendo lungo la strada dell’’innovazione? Ce lo domandiamo perché, altrimenti, lo farà qualcun altro.”

Giacomo Sabbadin, Ceo IFP Europe, condivide questa visione imprenditoriale?
«La penso esattamente così, questa è la molla che ci fa avanzare e crescere: porci ogni giorno domande, trovare risposte e cercare di fare sempre meglio per realizzare nuove macchine sempre più efficienti e con performance di lavaggio che raggiungano il 100% di pulizia del metallo e non solo.
Dobbiamo puntare sull’innovazione tecnologica, sul “nuovo” come estensione di miglioramento del precedente, nel nostro caso sullo sviluppo degli impianti serie KP (Kleen Power). L’assist viene sempre dalla sinergia che si è creata con i nostri fornitori di materiali e componenti, con i quali abbiamo instaurato un rapporto di crescita reciproca.»

Lo storico, l’esperienza di un’azienda e di un prodotto rende “unici”?
«Ci rende autentici, originali. Ogni tanto tentano di copiare le nostre macchine, penso capiti anche ad altri. Ma se non c’è uno storico ne nasce una brutta copia, dal punto di vista delle prestazioni intendo. Fondamentale nella funzionalità di un prodotto è la conoscenza dei meccanismi, le risposte delle prestazioni nel medio lungo termine, come potrebbe comportarsi la macchina nel tempo. La lungimiranza, e come dicevo la profonda conoscenza e l’osservazione del prodotto nel tempo.
La macchina e il cliente ha bisogno di uno storico, di almeno 10 anni: in questo arco di tempo quante manutenzioni sono state fatte? Quanti guasti? Quanti fermi macchina? Chi non ha questo storico “informativo” non può migliorare la macchina. L’esperienza, le macchine installate, nel tempo ci parlano.»

Obiettivo: manutenzioni “zero”, cosa significa per lei?
«Avvicinarsi allo zero sarebbe già un grande risultato. La capacità di migliorarci sta nello studio, nella ricerca continua e il punto di partenza sono le macchine che abbiamo già progettato e costruito, ci aiutano a fare analisi oggettive. Anche i nostri impianti invecchiano, bene, ma invecchiano. L’usura di un componente è chiaramente responsabile di prestazioni meno efficienti, e noi analizziamo proprio questo fenomeno. Sotto la lente di ingrandimento mettiamo gli impianti realizzati e venduti. La nostra azienda ne ha un’ampia casistica e quindi abbiamo la possibilità di testare. Lo sviluppo dei componenti viene fatto quotidianamente. Il nostro obbiettivo è ridurre le manutenzioni ordinarie, allungare i tempi tra una e l’altra, magari anche eliminare la necessità di farle, mantenere quelle straordinarie. Le manutenzioni sono costi per l’azienda. Cambiamo l’olio ogni sei mesi? Puntiamo a non farlo mai.»

Nell’assistenza al cliente, fare presto, subito e bene: come è possibile?
«Questo è un obiettivo ormai raggiunto ma ci stiamo ancora lavorando. Disponiamo di un service efficiente: nove operatori solo in Italia (dipendenti IFP), altri in ogni parte del mondo dove siamo presenti che girano per raggiungere le aziende dei clienti che hanno bisogno di assistenza e altri tre che accolgono le richieste telefoniche e un CMR ci dà la garanzia di una grande efficienza.
Ogni problematica ha i suoi tempi e noi cerchiamo di migliorare anche nella tempistica non solo nella prestazione.»

C’è un “nuovo” che avanza?
«Stiamo sviluppando impianti nuovi: il progetto della macchina ibrida è una parte importante della nostra produzione, risolve a 360° i problemi di lavaggio laddove l’ alcool modificato non arriva. L’impianto ibrido lava sia ad alcoli modificati che ad acqua. Usando detergenti di ultima generazione che non impattano sull’ambiente, rimuove contaminanti ostinati quali ossidazioni, sali, sostanze che il solvente non riesce a pulire. Possiamo garantire al cliente la soluzione. Ora lo possiamo fare, la macchina ibrida è in continua evoluzione. Ma ci stiamo “impegnando” anche su altri fronti: tecnologie solo ad acqua, applicazioni molto specifiche laddove necessitano trattamenti di fosfatazione, disossidazione e decapaggi trattamenti più pesanti e qui nasce la nostra linea DISOX, macchina che svilupperemo nel futuro.»

Quale direzione sta prendendo la vostra produzione?
«Ci stiamo concentrando sempre di più sulla personalizzazione delle macchine. Lo standard è la produzione più testata, ma ormai l’80% è rappresentato dalla macchina che risponda alle esigenze del cliente, sia nella tecnologia che nell’aspetto estetico. Il design è entrato nella nostra azienda più di 10 anni fa.»

Essenzialità e minimalismo per facilitare la manutenzione?
«É un minimalismo solo apparente. All’interno delle nostre macchine c’è razionalità.
I componenti sono molti, i fili elettrici non si contano, ma tutto ha un suo posto, una configurazione ordinata e pulita. Frutto di anni di ingegneria applicata, studio ed esperienza. La razionalità equivale ad una manutenzione più facile. Pensiamo al post vendita, al futuro della macchina, al cliente. Di fronte ad un guasto sappiamo subito dove mettere le mani.»

Se le dico “100%”, lei a cosa pensa?
«Questo risultato è il nostro pallino! I clienti si rivolgono a noi perché hanno un problema di pulizia da risolvere: vogliono un pezzo che esca asciutto, pulito e bello da vedere. Abbiamo la sala prove e la possibilità di fare dei test con una macchina standard e una ibrida. Siamo dotati di un laboratorio dove possiamo misurare il grado di pulizia con il microscopio a scansione: contiamo le particelle di sporco ancora presenti dopo il lavaggio, pesiamo il manufatto e tutto per verificare il grado di pulizia, cosa è rimasto di sostanze contaminati. L’apparenza a volte inganna… Questi test ci aiutano ad arrivare al 100% della pulizia. Il nostro obiettivo.»